Lo Spazio non è ormai più prerogativa dei Governi ma si sta aprendo alle aziende private, pure player o meno.
Un momento cardine grazie all’uso dell’AI, al riutilizzo dei razzi, all’accesso a orbite più vicine alla Terra…
Lo Spazio 2.0 tiene conto delle sfide ESG attraverso una politica di gestione dei rifiuti, l’ottimizzazione delle risorse…
Secondo Morgan Stanley, l'industria spaziale potrebbe generare più di un trilione di dollari nel 2040 contro i 350 miliardi attuali.
I dati intercettati dai satelliti sono utili per interi settori dell’economia.
Un maggior ricorso all’imaging satellitare, al cloud e all’AI consente una miglior comprensione e modellizzazione del cambiamento climatico.
L'estensione della rete satellitare aumenta la copertura mondiale della telefonia. Una sfida per le regioni più remote e per quasi 3 miliardi di persone.
Le proprietà uniche dello Spazio agevolano l’accelerazione di alcune ricerche con la generazione di innovazioni tecnologiche e scientifiche.
Houston, vedo il mondo attraverso un oblò, il nostro pianeta, quel pisello grande come un pollice in fondo al braccio, una piccola cosa bellissima annidata nel velluto nero del resto dell'universo.
Per investire in questa nuova economia abbiamo definito un processo d’investimento rigoroso in modo da individuare le aziende che meglio di altre potranno beneficiarne.
Identifichiamo le aziende legate allo Spazio.
Selezioniamo poi soltanto quelle che corrispondono alla nostra Carta ESG, escludendo – ad esempio – le società di armi o che non hanno adottato una politica di gestione dei rifiuti.
Svolgiamo un’analisi finanziaria della società attraverso lo studio del suo business model, della sua capacità di innovazione, dei suoi vantaggi competitivi…
Incontriamo il management delle aziende per capirne meglio la visione.
Realizziamo un’analisi extrafinanziaria dell’azienda studiandone, tra l’altro, la governance.